Lettera a Brugherio Ollremare
Carissimi,
giorni fa ho ricevuto dal PIME la notifica del versamento da voi effettuato in aiuto alla missione che sto servendo da più di cinquant’anni.
Permettete? Sono rimasto sorpreso e… commosso, anzi più commosso che sorpreso.
Mi spiego: sorpreso sì, ma poco. Lo so bene quanto siete impegnati per aiutare la missione della Chiesa e che anche facendo cose che per altri
sono straordinarie, voi le fate come “cosa dovuta”. E’ proprio qui, credo, che è scattata la commozione.
In un periodo di tempo come quello che abbiamo vissuto nel 2020, dove, chi più chi meno, ciascuno si è trincerato nel “si salvi chi può”
cercando di tirarsi fuori dai pasticci, voi siete stati capaci di continuare a pensare agli altri, nel più genuino spirito cristiano! Una meraviglia! Poi
m’è arrivata notizia dell’offerta della Ciclistica Brugherio 2, quelli che fanno il coloratissimo calendario con i dipinti Naif del Maestro Elio
Nava: anche loro sono riusciti a contenere le “perdite” in un margine più che ragionevole, nonostante che nel giorno che sempre registra il
maggior numero di entrate, la festa di Brugherio, non si sia potuto allestire nemmeno un banchetto per la vendita. Io c’ero quel giorno e ho letto
lo sconforto sul volto dei nostri amici- Ma nemmeno loro si sono arresi e hanno piazzato subito i calendari in “punti vendita” strategici,
aggirando così l’ostacolo con successo. Poi m’arriva pure la lettera del Davide Magni che succintamente spiega che cosa è successo: è lì che
vengo a sapere che vi siete anche messi a disposizione della Protezione Civile per la distribuzione dei pacchi viveri ai bisognosi.
Lasciatemi immaginare che questa apertura agli “altri” non l’avete attuata solo voi. Conoscendo Brugherio e la sua gente, originaria o inserita
da altre fonti ma imbevuta dello stesso spirito, non faccio fatica a pensare che anche altre associazioni di volontariato si siano date da fare.
Resta comunque il fatto che proprio chi guarda lontano fa meno fatica ad accorgersi anche del vicino: è la moneta con cui Gesù paga chi cerca
di testimoniarlo e di annunciarlo a vicini e lontani proprio attraverso il servizio di carità.
Traducendo questa verità nel linguaggio di Papa Francesco diremmo che la chiesa “in uscita” è anima anche di quella “seduta” e la trascina con
sé. E’ quello che io chiamo “Il teorema di Papa Francesco” di cui parla nei numeri da 19 a 24 della Esortazione Apostolica “Evangelii
Gaudium”.
Teorema che poi non è neanche solo suo: Brugherio c’era già arrivata cinquanta e più anni fa quando è nato Brugherio Oltremare. Avevo
appena ricevuto il Crocifisso della partenza dalle mani di Don Franco nella nostra Chiesa parrocchiale e alcuni di voi mi chiesero; “Adesso che
parti per la missione, cosa possiamo fare per te?”. Risposi subito: “Per me? Niente! Rischiate di far qualcosa ora, poi Brugherio presto o tardi mi
dimenticherà. Cercate invece di sapere quanti sono i missionari e le missionarie di Brugherio, contattate i loro parenti e vedrete che ne nascerà
qualcosa che non finirà presto.” Don Enrico mi sente e dice: “Tu vai tranquillo, a questo che stai dicendo ci pensiamo noi”. Detto fatto, Don
Enrico ci ha pensato, insieme ai suoi “ragazzi”. Ragazzi che in men che non si dica diventavano collaboratori ricchi di entusiasmo, e ne è nato
“Brugherio Oltremare” (raccogliendo anche l’esperienza dei ragazzi della “Operazione Ca-Ro” “carta e rottami). Ragazzi entusiasti che niente
fermava. Ricordate il Giancarlo Magni? Tra i più attivi in quell’impresa. Eppure Gesù se l’è preso sul più bello, quando la sua presenza era
ancora “necessaria”. Io credo che se lo sia portato nella “stanza dei bottoni” con l’incarico speciale di occuparsi di “Brugherio Oltremare”. Mi
sbaglio?
Parlavo poco fa del teorema di Papa Francesco, che poi è il teorema delle origini, a partire dalla Pentecoste: i discepoli riuniti, un po’ anche per
la paura, lo Spirito Santo li investe e li “sbatte fuori” a raccontare quello che hanno visto e vissuto. E poi ancora quando Stefano è assassinato:
scappano in tutte le direzioni, ma non stanno zitti: ovunque passano parlano di Gesù e seminano a larghe mani.
A Gerusalemme rimangono gli “anziani” e quelli che si tengono care le loro tradizioni, invecchiati anzitempo nei loro schemi. . . e, da “fuori”
arriva la notizia-bomba: i Samaritani hanno accolto l’annuncio di Cristo! I Samaritani? Proprio loro? Ma come può essere?! E mandano
“Ispettori” di prim’ordine, Pietro, il capo, e Giovanni, loro che furono i primi a entrare nel sepolcro la mattina di Pasqua. Arrivano sul posto
accolti dal diacono Filippo, l’autore del “disastro”, e rimangono basiti: il Maestro li sta avviando per sentieri sconosciuti, che portano lontano. E
lo fa non spingendoli da dietro, ma attirandoli perché arrivino dove Lui li ha preceduti con il suo Spirito: Lui va “fuori” e se li tira dietro. E’ il
caso d Pietro con il centurione Cornelio (Atti,10); “da fuori” li sveglia se dormono: “da fuori” in sogno li chiamerà in Macedonia (Atti, 16,9 10).
Subito dopo il primo viaggio missionario Barnaba e Paolo radunano la comunità di Antiochia fanno un resoconto dettagliato di quanto il
Signore per mezzo loro ha fatto là fuori tra i pagani, aprendo la strada anche davanti a loro.
I cristiani “che contano”, quelli che sono rimasti con gli schemi mentali ereditati da secoli. secondo i quali loro, il Popolo Ebreo, sarebbero i
veri destinatari della salvezza, non i pagani, se non in seguito, magari, e comunque in posizione subordinata. Allora schiamazzano, come
avvenuto a Antiochia di Pisidia (Atti,13) e… si va a Gerusalemme, dai dirigenti massimi. Ne nasce una specie di Concilio (Atti,15) dove
Pietro, inaspettatamente, parla proprio del caso di Cornelio, Paolo e Barnaba imperversano facendo fioccare le notizie circa il loro viaggio
missionario e poi, finalmente si alza Giacomo, vescovo di Gerusalemme, cugino di Gesù, ritenuto il campione di “quelli di dentro” i quali si
fregano le mani e pensano: “Ora li rimette in riga lui quegli scavezzacolli che vogliono sovvertire l’ordine stabilito!”, e Giacomo che fa?
Possibile? Anche lui va d’all’altra parte? Proprio! E non solo, ma passa a dimostrare che Dio ha sempre fatto così, che questo è il suo stile, il
suo piano, il suo “teorema”: la casa la rimetti a posto se esci e ti metti a lavorare, pensa a tuo fratello che Dio penserà a te, spiega le vele e lo
Spirito ti farà navigare verso la VITA; quella che fiorisce e rifiorisce… e non c’è virus che la possa intaccare.
Sto scrivendo il giorno dell’Epifania, il giorno della nostra Unità Pastorale. Un avvenimento, quello dell’Epifania, che ha per protagonisti dei
“cercatori di Dio” che al seguito della stella sono “usciti dal loro guscio” e l’hanno trovato.
Credo, a questo punto, che Brugherio Oltremare si incastri bene nel “teorema di Papa Francesco”!Auguri!!
Padre Zé
Epifania 2021