Rancio 23 settembre 2022
Carissimi, tra le domande che mi vengono fatte circa la mia situazione e i miei progetti ce n’è una che ogni tanto fa capolino e
suona così: “ Adesso che tu ti sei ritirato, quanti sono ancora i missionari di Brugherio?”
Voi lo sapete bene che non mi penso fuori dal gioco, semplicemente il Mister che si chiama Gesù di Nazareth ha deciso di
cambiarmi la zona del campo, ma va tutto bene: sono e mi sento missionario a tutti gli
effetti anche se non riesco più a “tra là i gambett” come prima.
Ma come faccio a giustificare agli altri il fatto che mi chiamo “missionario” se non sono più
in Africa, anzi non sono più “operativo” nemmeno in Italia?
Non mi mettete nel sacco: la risposta ce l’ho e sono sicuro che è giusta perché me la
fornisce un suggeritore di lusso, nientemeno che Papa Francesco nel suo Messaggio per
la Giornata Missionaria di quest’anno 2022, messaggio che lui intitola così:
“Di me sarete testimoni”.
Questa frase il Papa l’ha colta sulla bocca a Gesù, quando, il mattino di Pasqua, è andato
a trovare i suoi apostoli che non sapevano più che pesci pigliare; avevano ricevuto il
messaggio che Gesù risorto aveva affidato alle donne andate al sepolcro, ma la paura
era ancora tanta e le gambe non volevano smettere di tremare.
Gesù non li manda ancora ai confini del mondo: dovranno ricevere prima lo Spirito Santo
che li “lancerà in orbita”, ma già adesso possono testimoniare, ancora non con la
predicazione, ma con la loro vita che è cambiata si, “possono” testimoniare, anzi “devono”
testimoniare.
Logico, se in una stanza buia tu accendi un fiammifero, quel fiammifero “può” illuminare
la stanza anche se per pochi istanti? La può o la deve illuminare?
Mi direte: “ Ma, padre Zé, che discorsi sono? Né “può” né “deve” illuminarla: la illumina e
basta, se no che fiammifero è?” Perfetto!
Gesù più volte ha detto di sé: “Io sono la luce del mondo” e l’evangelista Giovanni ce lo
ripete più volte, quasi per essere sicuro che ci entri in zucca.
Perché poi succede che dice lo stesso anche di chi crede in Lui e lo segue: “Voi siete la luce del mondo!”
Non sarà un’esagerazione? Quei primi suoi amici sarebbero la luce del mondo? Il bello è che questa affermazione la troviamo
proprio nelle prime pagine del Nuovo Testamento, dove Matteo ci parla degli inizi dell’ attività di Gesù. I suoi discepoli non hanno
capito ancora niente, figurarsi se sono già in grado di convincere altri che ciò che essi dicono di Gesù è verità! Eppure Gesù
glielo dice chiaro e tondo: “Voi siete la luce del mondo”. E’ vero: stando con Gesù, Lui li ha “caricati” della sua luce, che li fa
splendenti come stelle per indicare la Via giusta e vera, che si chiama Gesù. Sono stati con Lui, magari con addosso una paura
da morire, visto che, al momento buono, nel giardino degli ulivi, sono scappati e l’hanno lasciato solo, in mano a quelli che poi
l’hanno ucciso.
Eppure, quando Pietro si alza e propone di scegliere uno che sostituisca Giuda per reintegrare il numero di dodici, succede un
fatto strano.
Tra i requisiti che un candidato deve possedere per essere scelto, non c’è nulla che riguardi l’età, il livello d’istruzione, lo stato
sociale e compagnia bella, ma ce ne sono due chiarissimi:
deve essere stato assieme a loro: dice Pietro, che come lui “sia stato tra coloro che ci furono compagni per tutto il tempo
che il Signore Gesù ha vissuto in mezzo a noi” e aver visto coi loro occhi tutto quello che anche loro hanno visto,
incominciando dal giorno in cui ricevette il Battesimo da Giovanni fino al giorno in cui l’abbiamo visto salire in cielo; uno
così divenga insieme con noi testimone della sua Resurrezione. “ (cfr. Atti1,21-26)
“ Tutto qui? “ Si, tutto qui. Sembra poco, infatti. Ma se cominciamo a “scavare” dentro queste parole… scopriamo un
tesoro.
Però, non è finita qui. In mezzo al gruppo cercano quelli che sono “in regola” e ne trovano solo due. Sembrava tanto facile… E
adesso? Pietro comincia a pensare che le sorprese non sono ancora finite, si rende conto che forse ha tra le mani un compito
per il quale si sente impreparato. E’ vero che sembra tutto fatto: i due tra cui scegliere sono così differenti l’uno dall’altro che
sembra non esistere alcun dubbio. Il primo è conosciutissimo: si snocciolano nome e cognome cioè Giuseppe Di Sabba e anche
un soprannome, Giusto, che la dice lunga sulla stima che godeva presso quei primi cristiani; di fronte a lui l’altro candidato, di
nome Mattia, un nome pronunciato quasi sottovoce e scivolando via quasi per non attirare l’attenzione.
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Voi chi avreste scelto? Pietro non si fida della sua capacità di scegliere, sembra troppo facile, ci dev’essere un trucco: troppe
volte lui aveva tentato di dire la sua e aveva rimediato di quelle figure! . . E’ addirittura pensabile che, annunciati i due nomi, ci
siano stati dei mugugni: i Dodici erano ancora gli stessi che abbiamo imparato a conoscere lungo il Vangelo e non avevano
ancora ricevuto lo Spirito Santo.. Sta di fatto che di Mattia non sentiremo più parlare nel Nuovo Testamento, non era un tipo che
desse nell’occhio, magari non era un tipo dalla parola o dalla penna facile come Paolo di Tarso; da altri cristiani però, sappiamo
che anche lui s’è dato da fare, ha lasciato tutto ed è partito per andare ad annunciare Gesù con la sua vita discreta, ma donata a
Lui.
Quando poi s’è trattato di fermarlo o di farlo tacere, nessuno c’è riuscito, tale e quale gli altri Apostoli: hanno dovuto inchiodarlo
anche lui su una croce, nientemeno.
E noi, cristiani del duemila? Abbiamo tantissime cose da fare, magari qualcuna la facciamo anche per Lui, ma non abbiamo più
tempo nemmeno di dargli retta, abbiamo tempo per tutto meno che per Lui: figurarsi se ci viene in mente di essere suoi testimoni!
Lui ce l’ha detto chiaro, con le parole giuste, cioè non solo “date” testimonianza per me, ma “siate” testimoni”: Qual è la
differenza? “Date” se potete, se avete occasione e se non correte pericoli. “Siate” vuol dire che è qualcosa da cui non potete
separarvi. Non la camicia, ma la tua pelle: quella puoi metterla e toglierla, questa no, fa parte di te. E l’ha detto a tutti noi
battezzati: vale anche per noi; non solo, ma s’è lasciato inchiodare sulla croce per me, per te e per ognuno di noi e di quelli che
aspettano che noi lo diciamo anche, a loro.
Quanto a me è proprio per questo che io sono diventato missionario: non tanto per aiutare chi non aveva il sufficiente per
campare, o per un vago “TerzoMondismo” ogni tanto in voga, ma per LUI, GESÚ. Per primo s’è lasciato inchiodare sulla croce
per noi a testimonianza che ci vuol bene, a noi e a quelli che ancora non lo sanno. E ha chiesto a noi di andare a farlo sapere a
tutti, non solo con le parole, ma come ha fatto Lui mettendo a nostra volta la vita nelle Sue mani: non andrà persa, garantito!
Essere suo testimone: quando ci penso mi viene freddo! Eppure. . . è stupendo!
Il bello è che Papa Francesco non smette di “inoltrare” questo messaggio di Gesù a tutti noi cristiani . . .” Padre Zè, piano! Vorrai
mica che tutti noi lasciamo lì tutto e andiamo chissà fin dove a testimoniare e annunciare Gesù?! Sono cose di altri tempi!”
Altolà, questa è del mese scorso: sapete dov’è Haiti? E’ un’isola dei Caraibi, in America Centrale, rasa al suolo qualche anno fa
da un terremoto con i fiocchi che ha fatto un sacco di morti.
Subito si sono attivati i soccorsi: raccolte di soldi, di materiali ecc, Qualcuno ne è rimasto così scosso che è andato sul posto a
dare una mano per la ricostruzione e ha dato un pezzo del suo tempo: davvero un bell’esempio di solidarietà! Ma c’è stato chi è
andato oltre, persone che già avevano dato la loro vita a Gesù come testimoni: laici, preti, suore che hanno lasciato entrare
Gesù nella loro vita, proprio come Mattia e gli altri Apostoli.
Suor Luisa Dell’0rto, di Lomagna, un paese tra Monza e Lecco lungo la vecchia statale 36, è una di queste persone che vi sono
rimaste, insieme con le sue consorelle. Vivono con la gente di Haiti, si fanno carico delle loro difficoltà che cercano di aiutare a
risolvere, con semplicità, nel nome di Gesù. La loro presenza deve aver dato fastidio a qualcuno che ha deciso di liberarsene:
quattro schioppettate e buonanotte.
Che? “Buonanotte”? Così pure la pensavano quelli che hanno messo in croce Gesù: ”Mettiamoci su una pietra e non se ne parla
più!” E invece lo sappiamo bene com’è andata: i suoi discepoli hanno “ riempito Gerusalemme di quel “nome”, Gesù.
Era un gruppetto di pescatori e non hanno avuto paura; noi cristiani di oggi, battezzati come loro, qui da noi siamo ufficialmente
la maggioranza e... facciamo finta di niente!? Ci mettiamo in coda a quelli che cercano di rendere questo mondo un po’ più
vivibile, ma lo fanno a luci spente, siamo discepoli di Gesù, quello vero, che è morto in croce per noi, ma è risorto e ci dice.
andate a dirlo a tutti, e noi… abbiamo “altro” da fare e lasciamo l’ALTRO fuori dalla porta. ... fino a quando? Credo proprio
urgente svegliarsi!
Una domanda: la gente che arriva qui in Italia come turisti o come migranti, si accorge che qui ci sono dei cristiani ?
Non rispondete a me, rispondete a Lui.
Ciao a tutti
NOTIZIE DA KATON N.195 Ottobre 2022